martedì 12 luglio 2011

Venerdì 15 al Ligera: Presentazione libro "Islam e democrazia - I Fratelli Musulmani in Egitto""






































Questo nuovo libro sulla rivoluzione egiziana, con prefazione di Franco Cardini, é uno dei primi ad uscire su questo importante argomento. Innescata in qualche modo dalla vicina rivolta tunisina, quella egiziana è forse la più importante e quella che ha poi dato il via alle altre rivolte della "primavera araba": l'Egitto, nel bene e nel male é sempre stato centrale per tutta l'area, anello di congiunzione fra "Maghreb" e "Mashrek", tra Nord-Africa e Medio-Oriente. In questo testo si  tratta la rivolta egiziana e si studia in modo particolare il movimento islamista dei “Fratelli Musulmani”, in quanto unica organizzazione politica strutturata e realmente radicata a livello popolare, e nei vari settori della società civile egiziana. Da uomo di sinistra quale sono io, cerco di analizzare le motivazioni del successo di questa organizzazione, e perciò la sua evoluzione storica e ideologica, il ruolo giocato nella “rivoluzione” e quello odierno post rivoluzione. In questo si incrociano le pagine sui movimenti laici e di sinistra che furono il cervello e il cuore della rivoluzione egiziana, e ciò che il lettore potrà scoprire, è che aldilà della retorica dei mass-media ufficiale, esiste una generazione di giovani “ribelli” dei Fratelli Musulmani,  che ha disobbedito alla dirigenza e si è alleata con i giovani laici del movimento “6 Aprile”, ( che raccoglie tendenze marxiste, liberali, socialiste o più semplicemente democratiche)creando le premesse per un movimento che cambiasse lo stato delle cose presenti
I primi contatti tra i giovani blogger laici e di sinistra e i giovani blogger religiosi della Fratellanza, avvennero tramite il carcere, dove ebbero modo di conoscersi grazie alla spietata repressione del regime di Mubarak verso chiunque non obbedisse al regime o osasse criticarlo, e di comprendere che le differenze che li separavano erano ben meno di quel che credessero, mentre i punti che li univano erano molti di più di quel che avessero mai pensato. Credo sia questo uno dei passaggi chiave che hanno portato ad una rivolta di popolo, che prima di tutto è stata una rivolta generazionale in un paese dove circa il 70% è costituito da giovani sotto i 30 anni.
Il movimento laico del “6 Aprile” nacque sull’onda della partecipazione e condivisione nelle lotte operaie del distretto industriale di Mahalla (e il 6 Aprile è la data della prima giornata di lotta condivisa tra studenti, giovani, spesso dell’alta borghesia,  e gli operai) e fu poi il motore della rivoluzione, in un’inedita alleanza tra giovani dei Fratelli Musulmani e giovani laici. In questo libro troverete come si erano già create le premesse per la rivoluzione con l’esperienza di “Kifaya”, (Ya basta/Ora basta), il primo cartello di opposizione ufficiale al regime di Mubarak, creato nel 2005 tra il rappresentante dell’ala moderata e pragmatica dei Fratelli Musulmani, Dr. Abu al Futtuh, il famoso intellettuale cristiano George Ishaak, alcuni rappresentanti dell’intellighenzia di sinistra, scrittori come ‘Ala al Aswani, e di come la saldatura successiva tra le differenti tendenze politiche contrarie al regime di Mubarak abbiano creato le premesse per la rivoluzione egiziana del 2011.
I Fratelli Musulmani, che per anni hanno costituito l’alibi per il potere di Mubarak, il quale continuava a sopravvivere in funzione di garante del sistema di alleanze internazionali filo-Usa, e di presunto baluardo contro un ipotetico integralismo islamico, spesso identificato proprio con i Fratelli Musulmani, arrivarono in ritardo sulla rivolta. Inizialmente i Fratelli Musulmani erano contrari perché il loro stile conservatore, la loro attitudine al compromesso (tipica delle vecchie generazioni e del gruppo dirigente del movimento),  gli impedivano di gettarsi in una rivolta dagli esiti ancora imprevedibili. Se furono coinvolti fu solo perché i giovani del movimento si erano gettati a capofitto nella ribellione al regime di Mubarak. 
Per cui si tratta di un libro sulla rivoluzione egiziana e sulle sue dinamiche, sul movimento dei Fratelli Musulmani con cui bisognerà fare i conti in ogni caso nel post rivoluzione, essendo come abbiamo detto l’unica organizzazione di massa, popolare, ben radicata all’interno della società egiziana (oltre che divisa in diverse anime). Da qui la necessaria narrazione su chi sono i Fratelli Musulmani oggi, come sono nati, su quale ideologia poggiano e come potrebbe essere un futuro Egitto in cui questo movimento, vedremo se dall’opposizione o dal governo, avrà inevitabilmente un ruolo centrale. E sempre da qui, l’analisi sulle varie anime che danno vita all’organizzazione islamista,  le profonde differenze che attraversano un movimento che è rimasto compatto probabilmente solo per la repressione subita che li ha costretti a fare “blocco unico”, ma che in realtà cela ben maggiori differenze di quelle che vogliano mostrare o che un lettore medio possa pensare.  Ora con la decisamente maggiore libertà di espressione presente nella società egiziana, in attesa delle prime elezioni democratiche, stanno fiorendo un gran numero di partiti e partitini. I Fratelli Musulmani hanno già formato il loro partito politico, “Hurriya wa ‘Adala” (Libertà e Giustizia) che subirà la concorrenza però sia di altre formazioni di matrice islamica, come i puristi e letteralisti salafiti, molti dei quali appartenenti alle famose “jamaat islamiyya”, (Gruppi islamici), i moderati ex-Fratelli Musulmani del “Wasat” (Centro),  o i mistici sufi che si stanno anche loro radunando in partiti politici, sia delle rinvigorite nuove formazioni laiche e di sinistra, come il Partito Comunista tradizionale, o il “Tajammu’”, di tendenza trotzkista, o i nuovi partiti che i giovani protagonisti della rivoluzione stanno formando, con la loro inesperienza ma anche con la loro enorme passione politica ed il loro enorme coraggio e pragmatismo che hanno permesso alla rivoluzione di vincere e abbattere il tiranno Mubarak. Certo ancora la strada per la realizzazione di una piena democrazia è ancora lontana, ma i segnali sono tanti, gli egiziani si sentono per la prima volta da decenni, padroni del loro destino e liberi di manifestare le proprie opinioni. In questi ultimi tempi però una sorta di "contro-rivoluzione" silenziosa ha agito contro il successo completo della rivoluzione, e la gente, il popolo egiziano sta tornando in piazza e ritorniamo a vedere la ormai nota Piazza Tahrir, la piazza della liberazione, gremita di giovani, donne e uomini, che richiedono la velocizzazione dei processi ai criminali del governo di Mubarak, la fine del ruolo di "reggenza temporanea" (quanto temporanea?) da parte dei militari, che come era facile immaginare non avrebbero lasciato il potere così facilmente, il rilascio dei prigionieri politici, arrestati anche dopo la rivolta che ha cacciato l'ex dittatore Mubarak, una nuova Costituzione democratica, scritta congiuntamente da tutti i gruppi che hanno partecipato alla rivoluzione, prima delle elezioni previste per Settembre e altre rivendicazioni. Di tutto questo tratta il libro, proveremo a parlarne insieme Venerdì sera alla Ligera, in un incontro in cui cercheremo di comprendere meglio e più da vicino tutte queste dinamiche.  
Il libro può essere trovato nelle maggiori librerie o, acquistato durante le presentazioni oppure ordinato a me stesso. Per averne una copia o organizzare una presentazione, scrivere a: paologonzaga70@gmail.com
Paolo Gonzaga



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