martedì 31 maggio 2011

TRIONFO PISAPIA!VITTORIA OVUNQUE DEI CANDIDATI DI SINISTRA!

Giornata storica, giornate storiche......il video di PISAPIA appena eletto Sindaco di Milano!Vittorie ovunque ci siano stati candidati veramente di sinistra, che la dirigenza PD lo capisca, si vince con candidati credibili anche sul livello personale, con idee radicali e che portano reale cambiamento e non piccoli aggiustamenti se va bene....Grande prestazione di SEL che con Zedda  a Cagliari e anche un pò Pisapia a Milano, che è stato fortemente voluto da SEL e sempre da SEL proposto per le primarie. Una delle giornate più belle della mia vita. Questo video a futura memoria......




http://tv.repubblica.it/edizione/milano/pisapia-abbiamo-liberato-milano/69575?video=&pagefrom=1

martedì 17 maggio 2011

COSCIENZA PRECARIA E NUOVO WELFARE

San Precario

PRECARIATO, NUOVI DIRITTI E REDDITO DI CITTADINANZA
Il presidente dell’Inps,  lo scorso 6 ottobre, sulle pagine del Corriere della Sera ha chiosato al convegno dell’Ania e Consumatori: “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”. Sui quotidiani si evidenza che “questo significa che, mentre i lavoratori che entro 12 mesi raggiungono il diritto al pensionamento possono consultare online quanto riscuoteranno, per i precari l’incertezza sulle cifre è assoluta. I contributi che pagano oggi, ovvero il 26% del loro stipendio, finisce nelle casse dell’istituto di previdenza per pagare nonni e genitori. Non certo il loro futuro”.
Questa notizia dovrebbe farci riflettere sui cambiamenti in atto, sul fatto che i sindacati tradizionali non hanno ancora compreso l’importanza della tutela del nuovo soggetto centrale del paradigma produttivo della post-modernità, il precario, e che se non tentiamo di rappresentarci noi stessi e non proviamo a portare avanti le istanze di rivendicazioni di base per la vasta gamma di soggetti che rientrano nella categorie della precarietà, non ci sarà nessuno altro a farlo.   
Proprio perché il fordismo-taylorismo è terminato assieme al 20esimo secolo, bisogna prendere atto che la situazione sociale è completamente cambiata e non si può non prendere atto del passaggio del testimone epocale che è avvenuto senza dubbio almeno dai primi anni ’70: il soggetto rivoluzionario, la nuova figura destinata a rappresentare gli sfruttati non è più l’operaio-massa della Fiat e dei grandi complessi industriali ma è ormai rappresentata da quello che alcuni marxisti eretici avevano chiamato “l’operaio-sociale” già nei primi anni ’70.
L’operaio sociale è forte e presente più che mai, deve solo ancora acquisire la coscienza di classe. Chi è l’operaio sociale oggi? E’ il precario. Oggi, nella società della post-modernità, il precariato è ormai una condizione diffusa e provata per almeno un periodo della propria vita anche dai pochi che sono riusciti successivamente a lavorare con forme contrattuali più tutelanti sul piano dei diritti, cosa comunque ormai rarissima. Personalmente però credo che non sia la precarietà in sé a costituire il problema principale, non so quanti vorrebbero tornare al vecchio posto fisso, garantito ma spesso noioso e frustrante, ammesso fosse possibile nell’economia globale in cui viviamo e in un mondo dove la precarizzazione del lavoro, dei diritti, delle libertà è in piena attuazione, in un sistema economico che fa dello sfruttamento più brutale la sua caratteristica principale, in una finanza frenetica semi-virtuale, dove ormai i diritti dei lavoratori contano sempre meno. In Italia la vecchia sinistra, sindacati in testa, non riesce ancora a capire il cambiamento radicale del paradigma e continua perciò a giocare in difesa per quanto riguarda le politiche del welfare, concentrandosi esclusivamente su lotte per difendere conquiste antiche ma oggi sotto attacco, come il continuo slittare in avanti dell’età pensionabile, l’orario di lavoro nelle fabbriche… Gran parte delle risorse destinate al welfare sono spese per le casse integrazioni, per sussidi di disoccupazione a cui i precari non potranno nemmeno aspirare mai a chiedere, perché le caratteristiche per accedervi sono legate all’economia fordista del secolo precedente, non contemplano i contratti atipici cui sono sottoposti i nuovi precari e sono praticamente disegnati per tipologie di lavoratori corrispondenti ad un modello economico ormai superato. Oppure si spendono miliardi per la formazione professionale che spesso consiste in corsi di formazione fantasma o nel migliore dei casi, inutili, quando non sia invece puro sfruttamento gratuito di manodopera altamente scolarizzata, che per tentare di entrare nel mondo del lavoro ormai passa da un master (a pagamento) a uno stage gratuito sempre più spesso.
Nell’epoca dell’operaio sociale non è più la produzione materiale di beni fisici l’elemento centrale dell’economia, ma la produzione intellettuale ed il lavoro cognitivo. I precari di oggi assorbono conoscenze e saperi e li diffondono nella società, perciò producono ricchezza, contribuiscono all’arricchimento generale. Gli individui nel loro vivere insieme producono ricchezza, e se tutti noi provochiamo ricchezza mentre viviamo, cooperando tra di noi nei più svariati campi, è giusto che tutti noi riceviamo un compenso per questa ricchezza prodotta tramite la cooperazione. Mentre viviamo produciamo saperi, conoscenze, raffiniamo tecniche collettive, produciamo valore.
Si tratta perciò di elaborare un nuovo welfare, che ruoti intorno all’idea di una società solidale. Le nuove tecnologie possono aiutarci a lavorare meno e ad avere più tempo libero. Ad esempio i servizi di cura alle persone devono essere intensificati, è assurdo che i nostri anziani debbano passare la vecchiaia in strutture tristi e alienanti, mentre potrebbero godere del calore di una comunità che li circonda.  
I precari sono ormai sempre di più e una delle prime rivendicazioni di questo blocco sociale deve essere il reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza o di esistenza dovrebbe, conformemente al paradigma attuale, essere diritto di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro situazione lavorativa. Questo per le ragioni sopra esposte, oltre che per altri motivi che è troppo lungo qui illustrare. Certamente non è possibile passare dal regime attuale di assenza totale di supporto finanziario ai precari e di mezzi che li tutelino nei periodi di disoccupazione forzata, al reddito di cittadinanza universale. Bisognerà passare per delle fasi intermedie che contemplino inizialmente solo un reddito minimo per tutti coloro che si trovino senza un’occupazione, per qualsiasi motivo e indipendentemente dal lavoro svolto o meno in precedenza, per cui lo studente che esce dall’università e magari dal dottorato, non deve poi accettare anni di stage non pagati o borse di studio mortificanti, master ultra-costosi per poi magari doversi arrendere e fare il cameriere nel week-end fino ad abbandonare tutto perché con le mance guadagna molto di più e anche lui in fondo magari nel frattempo si è formato una famiglia. Tutti coloro che hanno la partita Iva potrebbero contare su un minimo income nei periodi di crisi, tutti coloro che lavorano a progetto o con contratti a tempo devono avere la garanzia di una continuità nel loro reddito, così da eliminare gli aspetti più deleteri della precarietà: l’incertezza esistenziale, l’angoscia per il futuro…………
Sul piano pragmatico il reddito di cittadinanza è un’opzione realizzabile, e una sinistra che voglia ritrovare una ragione di esistenza dovrebbe puntare molto sull’istanza del reddito per tutti i disoccupati, nella cornice di un progetto complessivo per un nuovo welfare che prenda atto del cambiamento del paradigma lavorativo e produttivo. Il terzo settore, il settore della cura alle persone, dell’ assistenza sociale e della solidarietà potrebbe diventare un settore che crea lavoro e benessere per tutta la società.    
D’altra parte l’esistenza di un reddito di cittadinanza, ma anche solo di un semplice reddito minimo garantito come primo passo, avrebbe effetti positivi anche per i lavoratori dei settori tradizionali del lavoro materiale, perché non ci sarebbero più i tanti disperati che oggi accettano un lavoro per pochi soldi: se una persona riceve una cifra al mese, difficilmente sarà disponibile a farsi sfruttare per meno o per la stessa cifra o anche per una leggermente superiore. In questo modo molti dei conflitti tra poveri che caratterizzano le società moderne e l’Italia in modo particolare scomparirebbero.
Questa misura così importante potrebbe essere sovvenzionata da una tassazione sulle rendite da introdurre, tagliando dalle spese militari, combattendo seriamente il lavoro nero e l’evasione fiscale.
Fatte queste considerazioni teoriche, credo che l'area di San Precario nelle sue varie articolazioni, proprio per la sua composizione sociale, sia il soggetto politico che meglio potrebbe rappresentare queste istanze e, chiedo venia ma sono anche convinto che il soggetto politico che può e dovrà fare da ponte fra le istanze dei cittadini, dei movimenti sulla precarietà, dei precari e le istituzioni e quindi la traduzione in legge di istanze sociali, sia il movimento-partito "Sinistra Ecologia Libertà", che non a caso, ha nel suo programma il reddito minimo e che vede Vendola e l'area politica che lo circonda, in buona parte, finalmente liberi dalle zavorre mentali della sinistra storica comunista rispetto alla "sacralità" del lavoro (salariato). Se in Sinistra Ecologia Libertà prevarrà l'orientamento più "movimentista" e "giovanile", SEL diventerà (e in parte già lo è) uno dei soggetti più impegnati nella lotta ai danni della precarietà e per un nuovo welfare, che però non vada togliendo e mettendo padri contro figli, come vorrebbero certi figuri anche a sinistra (?) come il prof.Ichino, o come predicano le destre tutte, da Fini a Casini alla Lega a quei qualunquisti dei grillini, neo-liberisti da strapazzo (Berlusconi non pervenuto perché non pensa...poi la precarietà che vuoi che sia in confronto alla Minetti o a Ruby?) Cominciamo a far sì che la discussione diventi centrale sui massmedia mainstream oltre che sul web, elaboriamo una piattaforma rivendicativa da sottoporre a sindacati tradizionali e di base, creiamo nuove alleanze con altri precari organizzati e mettiamo queste istanze all’inizio della nostra agenda politica. L’obiettivo minimo da raggiungere nella fase attuale è quello di un assegno per tutti i disoccupati, a prescindere dai contratti che abbiano avuto in precedenza. Questa misura è già presente in tutta Europa e solo Italia e Grecia non prevedono tale fondamentale ammortizzatore sociale, poniamolo al vertice delle nostre rivendicazioni! Continuità di reddito per i precari! 









sabato 7 maggio 2011

C'è un'Italia migliore. Il libro di Nichi Vendola e delle Fabbriche di Nichi



In questo blog siamo dei grandi lettori e in particolare appassionati di saggistica. Perciò vogliamo proporre a chi attraversa il nostro blog, una piccola parte del libro di Nichi Vendola e delle Fabbriche di Nichi, in cui con un linguaggio semplice e alla portata di tutti, si disegna uno scenario di società diverso, una società che potrebbe sembrare quasi utopica, ma in realtà realizzabilissima e un merito di questo testo è quello di indicare anche le vie pratiche per applicare la visione di Nichi Vendola e dei giovani delle Fabbriche rispetto a una società solidale, attenta all'ambiente e e che sa pianificare il futuro energetico in base alle energie  del sole, del vento, dell'acqua, dei mari...Una società dove il benessere delle persone viene per primo rispetto al denaro e agli interessi finanziari, una società dove la flessibilità non vuole dire precariato selvaggio e in cui viene a formarsi un nuovo welfare inclusivo, che mantenendo i diritti acquisiti con le lotte operaie, sappia includere le nuove figure del lavoro, in particolare i precari e provveda ad istituire un reddito di cittadinanza. Una società dove democrazia e diritti siano concetti centrali e dove le differenze siano valorizzate e colte per quello che sono in realtà: una ricchezza. Potremmo proseguire a lungo ma non volgiamo privare il lettore del gusto della lettura e ci fermiamo qui. Inoltre costa solo 10 euro che vengono devoluti a Sinistra Ecologia Libertà e alle Fabbriche di Nichi...quindi si acquistandolo si compie anche un atto di concreta solidarietà politica.


C’È UN’ITALIA MIGLIORE
IL LIBRO DELLA FABBRICA DI NICHI (ED. FANDANGO)

“La verità è dunque che la disuguaglianza regna sovrana in Italia e quello che doveva essere il compito principale della Repubblica è stato ormai accantonato: “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (art. 3, comma 2 della Costituzione). E come sempre, è il lavoro a pagare dazio. I lavoratori italiani hanno patito negli ultimi quarant’anni una costante compressione dei loro salari, che negli anni Settanta erano fra i più alti d’Europa. La perdita del potere d’acquisto non è certo stata compensata da un aumento del livello dei servizi, né ha riguardato tutti gli strati sociali della popolazione. Tutt’altro. Negli ultimi anni, come già detto, ben dieci punti di Pil sono passati dalle tasche dei lavoratori ai profitti e alle rendite. Un esempio più chiaro: negli anni Cinquanta, l’allora manager Fiat, Vittorio Valletta, guadagnava 20 volte il reddito della media dei suoi dipendenti; Sergio Marchionne oggi percepisce un reddito 435 volte superiore a quello di un operaio italiano. Questo è il quadro dell’Italia di oggi. Ad aggravare ulteriormente la situazione è intervenuto anche l’inesorabile processo di sostituzione dell’economia reale con una economia meramente finanziaria, che in poco tempo ha negato al lavoro materiale e immateriale il ruolo di elemento cardine della produzione di ricchezza per le comunità, e ha messo al primo posto, la finanza, le transazioni e le operazioni di speculazione borsistica.” (pagine 140-141).
La fabbrica di nichi si fonda sull’autofinanziamento e su contributi volontari, se vuoi aiutarci puoi farlo acquistando questo libro.

mercoledì 4 maggio 2011

Alle elezioni milanesi per il Consiglio di Zona 2, vota e fai votare GONZAGA

Alle elezioni comunali di Milano, oltre alla scheda azzurra in cui saremo chiamati a scegliere il Sindaco Pisapia, il partito e la preferenza che vogliamo esprimere, ci saranno anche le elezioni per i Consigli di Zona, su scheda verde. Soprattutto se vincerà Pisapia, i Consigli di Zona andranno acquistando sempre maggiore importanza nell'ottica di decentramento contenuta nel programma e nella visione stessa di Pisapia. Perciò questo blog vuole invitare ad esprimere la vostra preferenza per Paolo Gonzaga, che è uno degli autori principali di "Partigianeria". Sotto metteremo una sua breve biografia e dei punti centrali del suo programma.


 

Breve biografia
Nato nel 1970 a Milano, si laurea in Lingue Orientali, Dip. di Arabo a Venezia dove inizia l’attività politica nei movimenti studenteschi e sociali delle aree urbane di Venezia, Mestre e Marghera. 
Nel 1994 è tra i fondatori dell’associazione “Razzismo Stop”, e nel 1996 dopo un corso di specializzazione  diventa operatore di strada in uno dei primi progetti in Italia, organizzato dal Comune di Venezia, di riduzione del danno per tossicodipendenti. 
Nel 1998 si trasferisce a Il Cairo in Egitto dove lavora come insegnante di lingua italiana all’Università, come operatore sociale per il Consolato Italiano e infine entra nel mondo delle Organizzazioni non Governative (ONG), lavorando ad un progetto sull’educazione infantile e di micro-credito per donne capofamiglia. 
Nel 2004 rientra in Italia, dove si specializza in Mediazione linguistico-culturale e lavora come mediatore culturale nelle scuole della Provincia di Venezia.
Dal 2006 lavora nella sezione italiana dell’Ong internazionale “Islamic Relief” con sede a Milano, di cui è stato direttore per numerosi anni. 
Scrive per numerosi blog e testate online e tiene conferenze sul Medio oriente e movimenti politici nel mondo arabo.
Attualmente è in uscita il suo primo libro sulla storia dei movimenti politici  contemporanei egiziani.
Parla e scrive fluentemente in arabo e in inglese. 
Militante di Sinistra Ecologia Libertà, iscritto all’Anpi, da sempre impegnato politicamente, in particolare nel campo dei diritti civili e dell’anti-razzismo.


Perché mi candido

Lavoro da sempre nel terzo settore, ho lavorato a lungo nel mondo arabo, prima come mediatore culturale e poi come operatore umanitario. Mi candido al Consiglio di Zona 2 per essere la voce dei senza voce,  per usare ogni possibilità che ci dà il Consiglio di Zona per migliorare la qualità della vita nella nostra enorme e amata Zona 2. 
Voglio essere la voce dei senza volto e senza voce, di coloro che in misura sempre maggiore sono messi ai margini dalla società dei consumi, quasi come consumatori difettosi. Voglio essere il tramite con cui la cittadinanza può portare le sue istanze in consiglio di Zona 2 e a mia volta mi impegno a collaborare al massimo con i miei compagni/e di partito, Sinistra Ecologia Libertà che saranno eletti in Consiglio Comunale, a partire da Davide Piccardo, segnalando loro le problematiche che il Consiglio di Zona non riesce a risolvere, per portarle all’attenzione del Consiglio Comunale. Mi impegno a usare tutta la mia esperienza di mediatore culturale, la mia sensibilità e la mia determinazione perché il Consiglio di Zona 2 valorizzi al massimo le mille esperienze di associazionismo, perché si creino ulteriori forme  di collaborazione fra cittadini, di reciproca conoscenza e di condivisione e per evitare quelle tensioni e conflitti che si creano quando non ci si conosce.  Una priorità sono e saranno sempre gli spazi di socialità, per cui voglio una Zona 2 dove si aprono spazi di socialità per i giovani, per gli anziani, per la cittadinanza tutta. Mi impegno a dialogare quotidianamente con gli abitanti e comprendere i problemi e poiché detesto le ingiustizie forse più di ogni altra cosa, mi impegnerò perché tutti godano dei diritti garantiti dalla Costituzione, perché le mafie che hanno invaso ogni quartiere di Milano non abbiano alcuna sorta di agibilità, per creare ponti e abbattere i muri dell’intolleranza.


Al CONSIGLIO di ZONA 2, vota e fai votare GONZAGA, lista di 


SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'