lunedì 21 marzo 2011

IL COMUNISMO NON E’ MORTO. W IL COMUNISMO!


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IL COMUNISMO NON E’ MORTO. W IL COMUNISMO!
Io, aldilà da ogni retorica, non riesco a essere soddisfatto di un mondo in cui sono troppe e troppo forti le ingiustizie. Un mondo dove 1 uomo su 3 vive sotto la soglia di povertà, (1 dollaro al giorno), dove miliardi di persone non hanno accesso ai diritti di base, dall’acqua al cibo, dalla salute all’istruzione…Un mondo che non ha ancora capito che la guerra è una cosa barbara, che lo sfruttamento di uomini su altri uomini è scandaloso, dove il potere di una finanza quasi virtuale schiaccia popoli e vite umane....Un mondo  diventato ontologicamente precario, dove il pericolo della caduta tra gli “esclusi” è sempre alla porta dell’angolo, un mondo che cerca di nasconderli gli esclusi, se non di combatterli, perché simbolo di tutti i maggiori timori moderni, nuovi black goats, e quindi da non mostrare (infatti vedi le ordinanze contro accattoni, venditori ambulanti, immigrati ecc.), perché ricordano a tutti la precarietà della propria situazione e il rischio concreto che nella società dei consumi corre praticamente ogni individuo. Da questi ragionamenti mi balza alla mente che allora non viviamo nel migliore o anche nel “meno peggiore” dei mondi possibili, affatto. Come ci si può sentire pienamente a posto quando a miliardi di persone manca ogni cosa? Come si può pensare che questo sia il sistema che dovremo continuare a seguire silenziosamente per essere dei bravi cittadini? Bisogna immaginare un mondo diverso, senza nemmeno essere troppo sognatori, perché questa barbarie è nata a seguito di una ben precisa ideologia politico-economica, la più estremista pur tra quelle interne all’area dei teorici del libero mercato. La scuola keynesiana ad esempio era molto diversa, certo figlia di un altro tempo, e pur rientando nel sistema capitalista, non proponendo soluzioni comuniste, il sistema keynesiano era riuscito ad ispirare un’intera società del libero mercato dove però l’equilibrio con i poteri di tutela e garanzia dello Stato erano presenti e funzionanti, dove esisteva un welfare universale che garantiva l’essere umano dalle maggiori paure esistenziali – quella della povertà e dell’abbandono - e che conciliava un umanesimo di fondo assieme allo spirito della libera impresa, influenzato dalle pratiche socialiste che arrivavano da oltrecortina. Il capitalismo globale di oggi, come il modello keynesiano che ha segnato un’era,  sta segnando da tempo un’altra era.  Viene chiamato sistema neo-liberista proprio perché figlio dell’ideologia di una scuola, la scuola di Chicago, che predicava l’annullamento dello Stato e la privatizzazione di ogni cosa privatizzabile…sanità e istruzione inclusi, arrivando fino all’acqua! La finanza globale, con il fondamentale supporto del FMI e della Banca Mondiale, segue questa specifica scuola, vittoriosa dopo la caduta del Muro dell’89….Caduto il “socialismo reale”, il capitalismo non aveva più concorrenti finalmente e poteva mostrarsi con il suo vero volto…quello dello sfruttamento più selvaggio..in quegli anni nascono le “Free Area”, enormi aree mobili, che si spostano a seconda delle condizioni del mercato e delle indicazioni del FMI, concesse in uso temporaneo alle maggiori multinazionali dai governi della Cina, della Thailandia, della Malesia, del Bangladesh, del Pakistan, dell’India…..dove le multinazionali possono spremere generazioni di esseri umani, ridotti praticamente in schiavitù, in nome dei mercati internazionali. La finanza globale ha istituito la dittatura del Pil, quasi fosse un parametro magico indicatore di benessere diffuso…. Non stupisce che proprio i paesi dove il Pil era in crescita esponenziale quali la Tunisia e l’Egitto, siano stati proprio i primi paesi a scoppiare.  Ecco la dimostrazione che il Pil è uno pseudo-parametro che certo nulla  ha a che vedere con il benessere reale delle popolazioni,Perché è ormai chiaro e i popoli se ne stanno rendendo conto: le ricette del FMI e della Banca Mondiale, le stesse che ci hanno portato alla crisi, non sono più accettabili, perché dove applicate, hanno dimostrato di provocare un aumento mostruoso della povertà e l’arricchimento scandaloso di una piccola elite, con la progressiva scomparsa della classe media. Anche dal Sud America arrivano voci di speranza, numerosi ormai sono i paesi che collaborano in un mercato alternativo a quello che volevano imporre gli Usa, numerose sono le opzioni di sinistra che si presentano al governo ora in America latina, a cui guardare con attenzione, che possono disegnare nuove forme di rifiuto dello sfruttamento. E allora come ci poniamo noi in questo conflitto globale, tra le forze delle peggiori lobby, che trovano rappresentanza purtroppo nella nostra vita quotidiana sotto forma dello schieramento attuale delle destre  e che agiscono su scala globale in molteplici maniere, e la massa dei cittadini, che consapevoli a meno, sono coinvolti in questa guerra, perché le conseguenze peggiori della globalizzazione finanziaria e dello strapotere del neo-liberismo più estremista le pagano di solito i cittadini normali ovunque…..se a causa di speculazioni finanziarie, come sta accadendo in questi giorni, si alzano fino a oltre il raddoppio, i prezzi dei cereali e degli alimenti di base….milioni e milioni di persone che già vivono molto precariamente, spesso sotto dittature sanguinarie al servizio dei macro-interessi delle forze del neo-liberismo sono condannate alla fame, alla povertà estrema, alla sofferenza. Il neo-liberismo è innegabilmente tra i maggiori responsabili del disastro ambientale, del consumo folle dei beni della Terra e della loro privatizzazione a solo vantaggio dei vertici dell'"Impero". Il neo-liberismo è la principale causa delle guerre e dei continui micro-conflitti che costellano il pianeta, l'estrema competitività del sistema a la monetarizzazione di ogni bene sono le cause della svalutazione della vita umana a semplice soggetto di consumo.
E allora, se uno dei modelli del capitalismo, declinato tra l’altro secondo varie metodologie e livelli di intensità, fallisce clamorosamente ma pochi mettono in discussione il capitalismo come sistema di suddivisione e ripartizione delle ricchezze, perché il socialismo, che pur è stato declinato solo in alcune sue maniere, dovrebbe essere fallito nella sua interezza? Perché non potrebbero esistere altre tipologie di socialismo, come emerge in Sud America, che coniugano la giustizia sociale e la libertà individuale e collettiva, che provano e sperimentano nuove forme del Comune, tentando di superare l’alternativa Privato/Stato e promuovendo una nuova forma collettiva che sia basata appunto sul comune, sulla condivisione dei beni fondamentali e sull’intervento della società civile in nuove forme dello statale, quale i sindacati, le cooperative, l’associazionismo….Nuove letture di Marx sono possibili, tutta una serie di intellettuali ce lo stanno dimostrando in questi ultimi anni e nuove interpretazioni del suo pensiero sono realizzabili. Lotte di liberazione soffiano in tutto il mondo, il Nordafrica e il Medio Oriente bruciano sembrerebbe all'improvviso, società piegate dalle contraddizioni del capitalismo globale, nuove lotte si incarnano in pratiche diffuse di disobbedienza e rivolta.....nuove ma antiche rivendicazioni trovano espressione.... 
E’ partendo dalle tematiche della precarietà, ormai condizione ontologica del cittadino globale, e proseguendo sui sentieri intrapresi negli ultimi anni dai movimenti in Italia e in Europa, che bisogna partire. Nuovi soggetti, sempre più consapevoli dell’importanza dei temi del precariato e dell'esclusione stanno sorgendo. La battaglia per il reddito di cittadinanza, di esistenza, trova finalmente terreno fertile e nuovo entusiasmo, diventando una rivendicazione sempre più concreta e di cui si discute a livello popolare ed anche a livello istituzionale in tutta Europa.... Nuove lotte attorno ai diritti di base come la casa, i trasporti, lo studio, la salute, l'ambiente, l'acqua… e nuovi bisogni come il web per tutti...Movimenti sociali che come la talpa di Marx,  scavano e emergono, per re-immergersi e riemergere. Da tempo la talpa è ben sveglia ed al lavoro….aiutiamola….intensifichiamo le lotte e riprendiamo a discutere di nuove forme di comunismo, riprendiamo a  parlare di economia politica e a immaginare e sognare un mondo diverso……
La domanda di sinistra e di nuove forme di economia e di governo è tornata forte……Ora è dovere dell'intellettualità diffusa, del general intellect e dei movimenti, elaborare in modo sempre più chiaro, e costruire una forte ossatura ideologico-politica, che dia la necessaria progettualità e supporto alle lotte, e che profili sempre più chiaramente l'orizzonte verso cui tendere.....

Paolo Gonzaga

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