domenica 19 giugno 2011

Nuovo libro sulla rivoluzione egiziana: "Islam e democrazia - I Fratelli Musulmani in Egitto


                                               































                                                                                                                                                                              E’ finalmente uscito il mio libro “Islam e democrazia- I Fratelli Musulmani in Egitto” con la casa editrice “Ananke” di Torino, in una collana dedicata all’Egitto e al mondo arabo.  
“Ananke” è una piccola casa editrice che fa un ottimo lavoro: lascia spazio ad esperti del settore, in base a criteri di reale professionalità e non in base alle apparizioni in Tv. Quando pubblica dei testi sulla città del Cairo e i suoi tesori e ghetti urbani, come nel caso della “città dei morti”, dà la parola ad una antropologa, Anna Tozzi, che ci ha davvero vissuto per alcuni anni nell’enorme cimitero del Cairo, abitato da 2 milioni e passa di persone, detto “città dei morti” e che è stata lì a lungo proprio per  studiare profondamente le dinamiche. O quando fa parlare me sulle rivoluzioni arabe e su quella egiziana in particolare, sul ruolo dei movimenti dell’islam politico, a partire dal gruppo più popolare in Egitto dei “Fratelli Musulmani”, sul movimento laico “6 Aprile”, motore della rivolta assieme a migliaia di giovani blogger egiziani di ogni tendenza, inclusi i giovani stessi dei Fratelli Musulmani, fa parlare uno studioso che si è laureato in Arabo a Cà Foscari, con una tesi sui gruppi radicali islamici in Egitto, e che poi ha vissuto 6 anni consecutivamente tra Il Cairo e i suoi ghetti dove gli islamisti esercitano una egemonia culturale indiscussa, passando per la roccaforte islamista nell’”Alto Egitto” di El Minya e poi ancora più a sud, Sohaj, città del sud Egitto dove ho speso 3 anni a periodi alternati, avendo modo di parlare con la gente, (la lingua araba ovviamente non è un problema per me parlandola, leggendola, scrivendola fluentemente ) e studiando la nuova gioventù che sarebbe stata poi quella di Piazza Tahrir, da un luogo privilegiato come il mio impiego da Lettore di Italiano presso la Facoltà di Lingue dell’Università di El Minya, o come operatore umanitario in progetti di cooperazione internazionale a Sohaj, o sempre come insegnante di Italiano presso il Centro di Cultura Italiano del Cairo, o infine come Assistente sociale per il Consolato Italiano al Cairo.  
Il mio libro tratta la rivolta egiziana e studia in modo particolare il movimento islamista dei “Fratelli Musulmani”, in quanto unica organizzazione politica ben strutturata e realmente radicata a livello popolare, e nei vari settori della società civile egiziana. Da uomo di sinistra quale sono io, cerco di analizzare le motivazioni del successo di questa organizzazione, e perciò la sua evoluzione storica e ideologica, il ruolo giocato nella “rivoluzione” e quello odierno post rivoluzione. In questo si incrociano le pagine sui movimenti laici e di sinistra che furono il cervello e il cuore della rivoluzione egiziana, e ciò che il lettore potrà scoprire, è che aldilà della retorica dei mass-media ufficiale, esiste una generazione di giovani “ribelli” dei Fratelli Musulmani,  che ha disobbedito alla dirigenza e si è alleata con i giovani laici del movimento “6 Aprile”, ( che raccoglie tendenze marxiste, liberali, socialiste o più semplicemente democratiche)creando le premesse per un movimento che cambiasse lo stato delle cose presenti
I primi contatti tra i giovani blogger laici e di sinistra e i giovani blogger religiosi della Fratellanza, avvennero tramite il carcere, dove ebbero modo di conoscersi grazie alla spietata repressione del regime di Mubarak verso chiunque non obbedisse al regime o osasse criticarlo, e di comprendere che le differenze che li separavano erano ben meno di quel che credessero, mentre i punti che li univano erano molti di più di quel che avessero mai pensato. Credo sia questo uno dei passaggi chiave che hanno portato ad una rivolta di popolo, che prima di tutto è stata una rivolta generazionale in un paese dove circa il 70% è costituito da giovani sotto i 30 anni.
Il movimento laico del “6 Aprile” nacque sull’onda della partecipazione e condivisione nelle lotte operaie del distretto industriale di Mahalla (e il 6 Aprile è la data della prima giornata di lotta condivisa tra studenti, giovani, spesso dell’alta borghesia,  e gli operai) e fu poi il motore della rivoluzione, in un’inedita alleanza tra giovani dei Fratelli Musulmani e giovani laici. In questo libro troverete come si erano già create le premesse per la rivoluzione con l’esperienza di “Kifaya”, (Ya basta/Ora basta), il primo cartello di opposizione ufficiale al regime di Mubarak, creato nel 2005 tra il rappresentante dell’ala moderata e pragmatica dei Fratelli Musulmani, Dr. Abu al Futtuh, il famoso intellettuale cristiano George Ishaak, alcuni rappresentanti dell’intellighenzia di sinistra, scrittori come ‘Ala al Aswani, e di come la saldatura successiva tra le differenti tendenze politiche contrarie al regime di Mubarak abbiano creato le premesse per la rivoluzione egiziana del 2011.
I Fratelli Musulmani, che per anni hanno costituito l’alibi per il potere di Mubarak, il quale continuava a sopravvivere in funzione di garante del sistema di alleanze internazionali filo-Usa, e di presunto baluardo contro un ipotetico integralismo islamico, spesso identificato proprio con i Fratelli Musulmani, arrivarono in ritardo sulla rivolta. Inizialmente i Fratelli Musulmani erano contrari perché il loro stile conservatore, la loro attitudine al compromesso (tipica delle vecchie generazioni e del gruppo dirigente del movimento),  gli impedivano di gettarsi in una rivolta dagli esiti ancora imprevedibili. Se furono coinvolti fu solo perché i giovani del movimento si erano gettati a capofitto nella ribellione al regime di Mubarak. 
Per cui si tratta di un libro sulla rivoluzione egiziana e sulle sue dinamiche, sul movimento dei Fratelli Musulmani con cui bisognerà fare i conti in ogni caso nel post rivoluzione, essendo come abbiamo detto l’unica organizzazione di massa, popolare, ben radicata all’interno della società egiziana (oltre che divisa in diverse anime). Da qui la necessaria narrazione su chi sono i Fratelli Musulmani oggi, come sono nati, su quale ideologia poggiano e come potrebbe essere un futuro Egitto in cui questo movimento, vedremo se dall’opposizione o dal governo, avrà inevitabilmente un ruolo centrale. E sempre da qui, l’analisi sulle varie anime che danno vita all’organizzazione islamista,  le profonde differenze che attraversano un movimento che è rimasto compatto probabilmente solo per la repressione subita che li ha costretti a fare “blocco unico”, ma che in realtà cela ben maggiori differenze di quelle che vogliano mostrare o che un lettore medio possa pensare.  Ora con la decisamente maggiore libertà di espressione presente nella società egiziana, in attesa delle prime elezioni democratiche, stanno fiorendo un gran numero di partiti e partitini. I Fratelli Musulmani hanno già formato il loro partito politico, “Hurriya wa ‘Adala” (Libertà e Giustizia) che subirà la concorrenza però sia di altre formazioni di matrice islamica, come i puristi e letteralisti salafiti, molti dei quali appartenenti alle famose “jamaat islamiyya”, (Gruppi islamici), i moderati ex-Fratelli Musulmani del “Wasat” (Centro),  o i mistici sufi che si stanno anche loro radunando in partiti politici, sia delle rinvigorite nuove formazioni laiche e di sinistra, come il Partito Comunista tradizionale, o il “Tajammu’”, di tendenza trotzkista, o i nuovi partiti che i giovani protagonisti della rivoluzione stanno formando, con la loro inesperienza ma anche con la loro enorme passione politica ed il loro enorme coraggio e pragmatismo che hanno permesso alla rivoluzione di vincere e abbattere il tiranno Mubarak. Certo ancora la strada per la realizzazione di una piena democrazia è ancora lontana, ma i segnali sono tanti, gli egiziani si sentono per la prima volta da decenni, padroni del loro destino e liberi di manifestare le proprie opinioni.      
Il libro può essere trovato nelle maggiori librerie o ordinato a me stesso (meglio), per averne una copia o organizzare una presentazione, scrivere a: paologonzaga70@gmail.com
Paolo Gonzaga

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